MSX Canon V-20
Nel 1983, quando tutti i maggiori produttori di computer si affannavano per imporsi sul mercato con il loro modello di punta, le più grandi aziende giapponesi specializzate in microelettronica formarono un consorzio con l'intento di produrre computer sotto un unico standard: l' MSX.
Le specifiche di questo nuovo standard, evolutosi in due fasi distinte, furono seguite per realizzare quattordici nuovi computer, tutti quanti caratterizzati dalle stesse risorse hardware e, soprattutto, tutti compatibili tra di loro. Tuttavia, le aziende giapponesi non dotarono le loro macchine di una quantità sufficiente di software e si limitarono a fornire i loro prodotti in tutto il mondo sperando nello sviluppo locale delle applicazione: il risultato sul mercato più importante del mondo, quello americano, fu disastroso.
I computer MSX furono prodotti inizialmente da Sharp, Nec, Sony, Hitachi, Toshiba, Mitsubishi, Canon, JVC e altre grandi aziende: contenevano un processore Z80A, da 8 a 64 Kb di RAM ed erano tutti compatibili con l'MSX Basic. Il progetto di adottare uno standard comune per gli home computer poteva rivoluzionare il mondo dell'informatica domestica: del resto la IBM seguì lo stesso principio per le macchine professionali. Ma i produttori di computer MSX non avevano le solide basi dei colossi americani, né si impegnarono per costruirle e mantenerle: oggi migliaia di piccole tastiere giacciono polverose nelle nostre cantine, tutte compatibili tra di loro.